A. HENRY SAVAGE LANDOR
Arnold Henry Savage Landor nacque a Firenze nel 1865, dove morì nel 1924. Suo nonno, Walter Savage Landor, era stato un celebre poeta e letterato, vissuto anch'egli per lungo tempo a Firenze.
Henry Savage Landor trascorse la sua giovinezza a Firenze e, precocissimo nel disegnare, frequentò ancora ragazzo lo studio di Harry Jones Thaddeus, un Irlandese di talento e ritrattista. I libri di Samuel Baker, Giulio Verne e il French Journal des Voyages destarono in lui la passione per i viaggi. Non ancora sedicenne si recò a Parigi per studiare presso l'atelier Julian, diretto da Boulanger e Jules Lefebvre, dove stupì i suoi maestri per le sue capacità. Sempre preso dalla passione per il disegno e la pittura visitò l'Olanda, Spagna, Malta, Marrocco e l'Egitto, dipingendo molti quadri. In Inghilterra, mentre era in visita agli zii, rimase incantato dagli effetti magnifici di grigio e verde del paesaggio, molto diversi dai toni di colore conosciuti in Italia. A Londra, incontrò Algernon Charles Swinburne, Theodore Watts e Lynn Linton.
Con 40 sterline in tasca si recò in America, dove eseguì ritratti di varie personalità, inclusi quelli del Presidente Harrison e della bellissima Miss Lincoln, nipote di Abraham Lincoln. A Chicago s'incontrò con l'attrice Lily Langtry; dipinse, inoltre, i ritratti di Cora Brown Potter, celebre attrice Americana, come "Giulietta", e l'attore Kyrle Bellew, nella parte di "Antonio". Con il denaro fatto in America Landor proseguì fino a Vancouver e da qui, nel 1889, s'imbarcò per Yokohama.
Preso dall'entusiasmo per tutto ciò che lo circondava, a Nikko, Kyoto, Hakone, Kamakura e altri luoghi, dipinse 24 quadri di grandi dimensioni e tanti altri più piccoli. Sempre in Giappone - dove la pittura occidentale a olio era stata introdotta alcuni decenni prima di Charles Wirgman e dai due Italiani Edoardo Chiassone e Antonio Fontanesi - Landor eseguì alcuni rittratti di personalità della Corte del Mikado. Fra questi si ricordano uno a grandezza naturale della contessa Kuroda, seconda moglie del Primo Ministro, quello della contessa Saigo, figlia del primo Ministro succeduto al conte Kuroda, e un altro della piccola bambina della contessa Hijikata, figlia del Tesoriere dell'Imperatore. Sempre a Tokyo, Landor eseguì un ritratto a mezza figura di Sir Edwin Arnold, l'autore del romanzo "Le Luci dell'Asia".
Cherry Blossom, Kyoto (1891)
Di questo viaggio in Giappone ci resta il suo libro "Alone with the Hairy Ainu" (1893), racconto di un viaggio nell'Isola di Hokkaido in gran parte inesplorata, dove conobbe le usanze degli Ainu, una razza indigena, e dipinse numerosi quadri.
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Ainu, Yezo
(1891)
Ainu
Chief,
Yezo
(1891)
Dopo il Giappone si recò in Corea, dove dipinse i ritratti di Min-san-ho, un nipote della Regina, e quelli dei due più importanti personaggi della Corea, il Principe Min-Young-Huan, Comandante in Capo delle truppe Coreane, e Min-Young-Chun, Primo Ministro detto il Bismarck di Corea. Di questo viaggio in Corea, oltre ad altri vivaci bozzetti, resta il suo libro "Corea, or Cho-Sen, the Land of the Morning Calm" (1895). Dalla Corea proseguì fino alla Grande Muraglia, e successivamente fino a Pechino, sempre schizzando e annotando fedelmente ciò che vedeva. Nei luoghi più remoti incontrò spesso personaggi celebri; a Hankow fece conoscenza, per esempio, con lo Czar Nicola e con il Principe Giorgio di Grecia. Lo Czar lo incaricò di dipingere in una tela di grandi dimensioni il naufragio dell'incrociatore scuola Russo, il "Crisorok", rinvenuto e schizzato in bozzetto dal Landor sulla costa occidentale dell'Isola di Yezo. La tela fu poi donata allo Czar al Club Navale di Vladivostock.
A Pechino s'incontro con Sir Robert Hart, letterato Inglese conoscitore della lingua Cinese. Nel 1891, dopo la Cina, visitò l'Australia, dove eseguì un ritratto del Primo Ministro del New South Wales, Sir Henry Parkes. Il quadro, eseguito con impressionante somiglianza, suscitò enorme ammirazione a Sydney. Sempre a Sydney, Landor ritrasse Sir Henry Morton Stanley, esploratore d'Africa.
Al suo ritorno in Inghilterra, Landor fu invitato dalla Regina Vittoria a Balmoral perché le mostrasse i suoi disegni e le riferisse dei suoi viaggi. A Londra strinse grande amicizia coi pittori McNeill Whistler e Joseph Pennel.
Ai primi anni del '900 Landor si interessò di macchine volanti fatte di bambù e taffettà, ma lasciò presto queste invenzioni per riprendere i suoi viaggi.
Quest volta esplorò il Tibet dove, dopo terribili avversità e torture, scoprì le sorgenti dell'Indo e del Brahmaputra. Landor tornò intrepidamente nel Tibet una seconda volta e poi nel Nepal.
Successivamente, rientrando in Europa, tenne conferenze, sempre molto frequentate e applaudite che ripetè anche in America. Di questi viaggi in Tibet e Nepal sono i libri "In the Forbidden Land" (1898) e "Tibet e Nepal" (1905). In America Landor, sentito parlare della ribellione dei Boxer in Cina, si mosse subito per Pechino dove egli fu il primo ad accompagnare il Generale decano Linievitch nella parata d'onore di entrata trionfale nella Città Proibita. Di questo viaggio è il libro "China and the Allies" (1901).
Henry Savage Landor and Chanden Sing
Nel 1901 arrivò in India dalla Russia, attraversando a cavallo la Persia, e lo stesso anno pubblicò il racconto di quel viaggio nel libro "Across Coveted Lands" (1902). Si recò poi nelle Filippine dove conobbe il futuro generale Pershing, e, di ritorno attraverso l'America, riusci a convincere Theodore Roosevelt che quello era l'uomo di cui l'America aveva bisogno per le sue imprese militari. Un altro libro, "The Gems of the East", ci parla di questo avventuroso viaggio d'esplorazioni (1904).
Morocco (1892)
Poi fu la volta dell'Africa. Landor si dedicò all'esplorazione di quel continente allora quasi sconosciuto. In Abissinia eseguì un ritratto dell'Imperatore Menelik. Nel 1906 diede alle stampe "Across Wildest Africa". Nel 1911 e 1912 si recò nel Mato Grosso nell'America Meridionale. Al suo ritorno in Europa, durante le conferenze raccontò storie agghiaccianti: incontri con serpenti boa, settimane trascorse quasi morendo di fame, viaggi in canoa sulle rapide degli affluenti del Rio delle Amazzoni, e molte altre terribili peripezie. Nel 1913, Landor pubblicò "Across the Unknown South America".
Partecipò alla guerra del 1915-18 sul fronte Italiano e presentò una nuova invenzione di carro armato. Le sue conferenze gli erano richieste non solo per divertissement della società mondana, ma anche da ambienti di letterati e studiosi.
U.S. Patent Office, Airship, 1917
Nel 1912 Landor parlò alla Sorbona, presentato da Paul Deschanel. Più tardi ospitò nella sua casa D'Annunzio. Il poeta si presentò in guanti gialli, offrendo appena entrato una copia con dedica del suo ultimo romanzo "Più che l'amore" e dichiarando di essersi ispirato al libro di Landor sul Tibet ("In the Forbidden Land"). D'Annunzio gli propose una collaborazione per il prossimo romanzo. Landor non accettò. Il poetà si ripresentò dopo qualche giorno per conto del Corriere della Sera che a detta di questi gli avrebbe ordinato un articolo. Landor, lusingato, non ebbe riserve: gli mostrò i suoi appunti, lo intrattenne con una quantità d'aneddoti. Dopo qualche anno Landor scoprì che in un fascicolo della "Critica", rivista edita da Benedetto Croce erano presenti alcuni estratti dell'ultimo romanzo "Forse che sì, forse che no" di D'Annunzio, con a lato le pagine dei suoi libri quasi copiate letteralmente con episodi dei viaggi nelle Filippine, in Asia e Africa, che l'eroe del romanzo, un aviatore esploratore, aveva raccontato in prima persona.
Dopo tante vicissitudini la salute di Henry Savage Landor ne fu scossa, e i suoi viaggi si fecero più rari. Egli era divenuto nel frattempo un famosissimo "Lion", un amico dei Reali di Italia, del Belgio e del Papa Pio X. Allo scoppio della Grande Guerra si dedicò alle invenzioni e progettò carri armati e dirigibili. Fu amico del Generale Cadorna. Conobbe ancora tante altre personalità del suo tempo: il Principe Alessandro di Serbia, Venizelos, il Re di Grecia, Essad Pasha. Nell'ambiente di teatro, Maud Adams e Sarah Bernhardt, e dipinse un ritratto di Sada Yacco, celebre attrice Giapponese. Il ritmo della sua vita non s'interuppe in quel momento, cominciò soltanto a rallentare.
La sorella Elfrida
Il padre Charles Savage Landor, figlio di Walter Savage Landor
La morte dei genitori fu un grave colpo per lui, sicché ritiratosi finalmente nella sua casa di Firenze, vi morì nel 1924. Le sue spoglie riposano nella cappella di famiglia nel cimitero delle Porte Sante a San Miniato al Monte di Firenze.
Henry Savage Landor ebbe, dunque, una vita intensa e avventurosa, ma che resta di lui? I libri divenuti rari e ormai non più letti, redatti da scrittore, etnografo, cartografo, fotografo. Restano sopratutto i suoi vivacissimi quadri, documento d'estremo interesse umano e artistico, scene ispirate alla quotidianità di popoli di paesi lontani, sempre espresse con una purezza di colori teneri e vivi e con acuto spirito d'osservazione e prodigiosa immediatezza. L'Oriente nella sua sognante pittoresca atmosfera reso con una tavolozza abilissima, che sa di Corot, di Bonigton, di Constable, del Turner, e moltissimo dei Macchiaioli Toscani.
Tre mostre dei suoi quadri furono allestite negli anni 1959-60 a cura del British Council, a Palazzo del Drago a Roma, a Palazzo Antinori a Firenze, e a Napoli dal Consolato Britannico.
Il suo volume autobiografico "Everywhere", the Memoirs of an Explorer (1924), redatto in forma piacevole e appassionante, resta un documento eccezionale di vita intensamente vissuta, di testimonianze, di vicende storiche e costumi di popoli di terre lontane degli ultimi due decenni dell'Ottocento e il primo ventennio del '900. Un'edizione in lingua italiana di "Everywhere", the Memoirs of an Explorer, sarà prossimamente pubblicata in forma tipografica nuova, arricchita di più fotografie e altro materiale di ricerca in tutto il mondo.
WALTER
SAVAGE LANDOR WEBSITE:
Recordings of Gebir I, Gebir II || Essay 'Walter Savage Landor' in New Spirit of the Age || Jean Field,
'Walter Savage Landor's Warwick'
|| 'Black and Red Letter Chaucer' || Kate Field, Atlantic
Montly, 'The Last Days
of Walter Savage Landor' || Mark
Roberts, 'The Inscription on
the Grave of Walter Savage Landor' || Alison Levy,
'The Widow of Walter Savage
Landor' || Kristin Bragadottir, 'William Morris and Daniel
Willard Fiske' (Villa Landor) || Piero Fusi,
'A. Henry Savage Landor'.
FLORIN WEBSITE © JULIA BOLTON
HOLLOWAY, AUREO ANELLO
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|| WALTER SAVAGE LANDOR ||
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