UNA
CULLA IN
BIBLIOTECA
UN APPRENDISTATO PER I ROM
La nostra biblioteca - dove anche uno studioso dell’Institue for Advanced Study di Princeton ha potuto compiere lavoro di ricerca - nello spirito che ha animato Fioretta Mazzei e don Lorenzo Milani, conserva numerose pubblicazioni contro ogni forma di discriminazione, sulla cultura dei neri d’America, sulla cultura aborigena, sulla cultura indiano americana, sulle culture indigene, sui popoli nomadi. I pregiudizi contro le minoranze, che le culture dominanti assoggettano e condannano infliggendo loro la più assoluta privazione di ogni diritto, sono una forma di crimine contro l’umanità, portano alla povertà estrema, alla schiavitù, all'odio e alle guerre. A questi temi è dedicata un’intera sezione della biblioteca, luogo dove i Rom (più comunemente noti come gli zingari, la più povera e numerosa minoranza etnica in Europa) possono imparare a scrivere il proprio nome o iniziare a leggere. Per offrire sostegno ad alcune di queste famiglie presenti a Firenze abbiamo avviato per loro un apprendistato per la formazione al lavoro. Riconoscendoli nella loro dignità di persone, e accogliendoli si dà loro il senso di speranza nel futuro, anche con segni e doni simbolici come ad esempio possono essere le fotografie che li ritraggono nel loro povero contesto. In particolare, è così per le cinque fotografie che si possono ammirare nella biblioteca, parte della mostra fotografica di Karen Graffeo dal titolo “Now Let Us Praise the Rom”(“Facciamo dunque l’elogio dei Rom”) che illustra la vita quotidiana e i momenti di festa di famiglie Rom che vivono nei due campi nomadi di Firenze e nel campo di Bologna. Sono fotografie a colori delle quali essi stessi si compiacciono, e che i non Rom riescono ad apprezzare cogliendone l’autenticità e la bellezza. In questo contesto di fiducia cerchiamo di insegnare loro specifiche abilità sviluppando quella manualità che già posseggono, e che si rivela nei lavori di giardinaggio, nella marmorizzazione della carta, nella lavorazione del legno, nei lavori di cucito, o altro.
Le sorelle e la cognata nell’immagine sopra lavorano con i loro fratelli per raccogliere la somma di denaro necessaria all'intervento chirurgico che deve subire la madre. Sono originari della Romania, paese dove vivono le più numerose comunità appartenenti alla minoranza Rom. Sono cristiani e appartengono alla Chiesa Ortodossa Romena. La madre è già ritornata nel loro paese dove con il resto della famiglia si occupa dei bambini. Parlando di questo con alcuni artisti stranieri si è considerata l'idea di offrire alle sorelle (preferiscono sempre essere in due) la possibilità di posare per loro come modelle. I ritratti saranno naturalmente dei ritratti casti. I Rom, così per cultura, si sposano giovanissimi e sono fedeli. Già in passato si è avuta un’esperienza analoga con un’altra giovane Rom. Tradizionalmente, inoltre, i Rom hanno sempre posato per gli artisti. Jill Hammer e un’amica hanno accolto la proposta. Inizialmente le due sorelle, Maria e Vandana, hanno posato per loro in un parco. Gli altri artisti che condividevano lo studio con loro non gradivano molto un’ “invasione di Rom”. Successivamente sono stati ospitati da noi, e l’arco all’entrata, che si è rivelato il luogo ideale anche per la luce perfetta, si è trasformato in un atelier.
Precedentemente le due giovani assieme ai fratelli hanno dato il loro contributo con lavori di giardinaggio estirpando le erbacce infestanti che crescevano nel cimitero, e lo scorso novembre anche piantando dei bulbi. Ho poi scoperto che le due sorelle sono bravissime nell’eseguire lavori di carpenteria. In un giorno di lavoro abbiamo realizzato una culla che ora troneggia nella nostra biblioteca così come in passato le altre donate sempre a famiglie Rom.
Uno dei fratelli ha chiesto di portare
con sé in Romania la culla dell'immagine sopra. Presto
diventerà nuovamente padre, e lascerà dunque l’Italia per
raggiungere i figli e la moglie, che ora si prende cura anche
di tutti gli altri bambini della famiglia. Dopo qualche tempo
abbiamo chiesto a Vandana di poter visitare la baracca dove
vivono. Con loro abbiamo raggiunto in autobus una zona fuori
Firenze e dopo aver camminato per un bel po’ in aperta
campagna ci siamo ritrovate davanti ad una sorta di baracca
con cinque piccole camere da letto per accogliere sette
persone. All’aperto sotto gli alberi i tavoli e le sedie, più
lontano lo spazio per accendere il fuoco. Un bidone in
plastica dotato di rubinetto e contenente l’acqua era posto su
un albero, e dai rami di altri alberi pendevano delle buste
con i viveri. Sono pieni di risorse, pieni di grazia. Poveri
ma dignitosi. Quello che diciamo loro è di preservare la loro
cultura apprendendo dalla nostra. Di vivere in armonia tra le
due, facendo ancora osservare come le loro famiglie sono molto
più salde delle nostre.
Con il loro aiuto
sono già stati realizzati altri scaffali per la biblioteca, e
credo che chiederò loro ancora aiuto per realizzare un’altra
culla. Il denaro che così riescono
ad avere è inviato in Romania per aiutare la madre al momento
molto ammalata. Aiutare la madre significa aiutare tutta la
famiglia. E’ alla madre, una donna molto dolce, che vengono
affidati i bambini quando essi sono in Italia. Amo
queste persone per la loro grande cortesia, la loro grazia, la
loro destrezza e per le loro capacità. Sono il futuro
dell’Europa e del mondo. E’ un popolo senza un esercito, senza
frontiere, è un popolo di famiglie. Un popolo non da temere o
da dispregiare, ma da apprezzare e accogliere.
Si vedano inoltre
http://www.umilta.net/chuppa.html
http://www.umilta.net/hedera.html
http://www.umilta.net/karengraffeo.html
http://www.umilta.net/zita.html#gypsy
RAI 1. Il Silenzio di Dio,
Isabella Schiavone, Pasqua 2008.