FLORIN WEBSITE
A WEBSITE
ON FLORENCE © JULIA BOLTON HOLLOWAY, AUREO ANELLO ASSOCIAZIONE,
1997-2024: ACADEMIA
BESSARION
||
MEDIEVAL: BRUNETTO
LATINO, DANTE
ALIGHIERI, SWEET NEW STYLE: BRUNETTO
LATINO, DANTE
ALIGHIERI, &
GEOFFREY CHAUCER
|| VICTORIAN:
WHITE
SILENCE:
FLORENCE'S
'ENGLISH'
CEMETERY
|| ELIZABETH
BARRETT BROWNING
|| WALTER
SAVAGE LANDOR
|| FRANCES
TROLLOPE
|| ABOLITION
OF SLAVERY
|| FLORENCE
IN SEPIA
|| CITY AND BOOK CONFERENCE
PROCEEDINGS
I, II, III,
IV,
V,
VI,
VII
, VIII, IX, X || MEDIATHECA
'FIORETTA
MAZZEI'
|| EDITRICE
AUREO ANELLO CATALOGUE
|| UMILTA
WEBSITE
|| LINGUE/LANGUAGES: ITALIANO,
ENGLISH
|| VITA
New: Opere
Brunetto Latino || Dante vivo || White Silence
See http://www.giardinotorrigiani.it/
,http://www.florin.ms/landscape.html
THE TORRIGIANI GARDEN IN FLORENCE
IL
GIARDINO TORRIGIANI IN FIRENZE
I asked to see the Giardino Torrigiani because it has a
statue of the god Pan, used by Elizabeth Barrett Browning in
her poetry. Thus I met Dr Vieri Torrigiani Malaspina who
showed us it. And he came to help us with our 'English'
Cemetery's restoration to the English garden it once had
been. I read his website, http://www.giardinotorrigiani.it,
which speaks of it as the lung of Florence, and how he sends
his gardeners out on bicycles throughout Florence to care
for and water gardens under their care. I even met him once
on his bicycle,
I on mine. My hope is that our 'English' Cemetery can become
again Florence's second lung, with the help of the Giardino
Torrigiani
For the magical Torrigiani Garden - it is like Mole's Garden
in Kenneth Graham's Wind
in the Windows, mixing sculpture and greenery
together mysteriously in an underground world - is
intimately connected to the Swiss-owned so-called 'English'
Cemetery. Elizabeth Barrett Browning and Isa Blagden loved
it. We know from a Victorian Diary that a rose from the
Giardino Torrigiani was planted on the tomb of Anne Susanna
Horner. And now we have again planted there a rose from that
same garden. The Garden's Victorian Guidebook (1824) made its way
into our library. And I transcribe it here.
GUIDA
PER IL GIARDINO
DEL
MARCHESE TORRIGIANI
IN FIRENZE

Concealed behind the cedar one can see the Torrigiani
Tower, taller than Giotto's Campanile,
jokingly taken from the Torrigiani family name as their
stemma and built here for astronomy
POLIGRAFIA FIESOLANA
MDCCCXXIV
NOTIZIE
PRELIMINARI
Il Marchese PIETRO
TORRIGIANI oriundo de' Marchesi Guadagni ereditò col
patrimonio di S. Eminenza il Cardinale Torrigiani suo
prozio un piccolissimo Casino in Firenze in via del
Campuccio, con un Giardinetto di sole stiora 3, panora 5,
pagnora 4. Iavaghito egli delle rideata posizione di
questa luogo, cui fanno ricca corona le collinette di
Boboli, Poggio Imperiale, Bellosguardo, e Monte Oliveto,
il quale coll'opposto Monte Morello corona la bella
pianura del Valdarno da Firenze fino oltre Pistoia,
accrebbe ed arricchì il detto Casino; ed a grado a grado
procurò acquistare a qualsisia prezzo tutto ciò che gli
era o diveniva a confine.
In tal quisa pago adesso di vedere sostituite delle
famiglie di vegete piante su quelle fondamenta stessa, le
quali per tanti anni non erano state bagnate che dalle
lacrime della miseria, ha fin qui riconcentrato nell'isola
da via del Campuccio, per via di Boffi fino a porta
Romana, e da questa per detta via lungo le mura fino a via
Casciana, ed al termine di detta via del Campuccio, un
possesso di stiora 182.1.7.4.11, oltre la superficie di
stiora 1.00.9.7.6. in faccia al detto Casino o Villa, ove
sono tutti i servizi di scuderie, cucine, magazzini, ed
abitazioni per le persone di servizio ec., e ad altre
stiora 21.10.4.1.11. fuori appunto la Porta Romana,
destinate a praterie in corredo della casciana, che è
compresa nell'interno del suo Giardino: in tutto stiora
205.00.9.1.15.6. Si è parimente assicurata l'acqua che
scaturisce da una tenue ma perenne sorgente di sua
esclusiva proprietà nell'opposta collinetta di S.
Francesco di Paola, con fabbricare quivi una vasta
conserva ed arcate a volta suscrittibile di B. 13477 1/2,
e con questa e le acque di altre cisterne, e gli avanzi
del R. Giardino di Boboli, che per Sovrana clemenza gli
sono stati accordati, supplisce ai bisogni di tutto il
Giardino e degli stabili annessi.
Ristretto in tai limiti ha sacrificato ogni progetto di
laghi, fonti, e cascate; oggetti che generalmente si
riguardano come essenziale corredo de'cosi detti giardini
inglesi, cui egli non ha mai . . . di garaggiare nelle
ristrette mura della città.
A tutto ciò per tanto ha sostuito tutta quell'amena
semplicità che gli hanno offerto gli opposti confini, e le
belle scene della natura e dell'arte che d'ogni attorno lo
abbellono, con procurare di appropriasele: e per togliere
ogni ristrettiva idea di limite, ha fatto perfino
dipingere a bosco, acquedotti e ruine le mura della città
che servono di confine dalla parte di ponente. Così ha
circoscritto vari e ben constrastanti quadri su delle
fresche praterie attorniate da un proseguito giro di
boschetti, ove in mezzo ai più scelti gruppi di fiori sono
sparsi all'intorno molti giuochi, esercizi ginnastici, ed
oggetti di curiosità, conforme in dettaglio potrà
rilevarsi dalla seguente Guida.
DESCRIZIONE
DEL GIARDINO
1. Ingresso di via Boffi
Entrando dal cancello di via di Boffi in fondo ad un viale di
platani, si vede la facciata d'un tempio la di cui porta sbocca
in via lungo le mure.
Sull'ingresso, alcune mani di marmo posate sopra diverse colonne
indicano le principali direzioni di varie viottole; ed una
statua egiziana rappresentante Osiride tiene nelle mani le tavole,
nelle quali sono espressi i regolamenti per l'accesso ed il
passaggio nel Giardino.
2. Monumento storico
Nel piedistallo di una colonna di marmo scannellata, sopra cui è
un vaso di bronzo dorato, si legge essere stato quel recinto
destinato il primo ad uso d'orto botanico in Firenze nel secolo
XVIII da una società di dotti naturalisti benemeriti della
patria, e di averne il Marchese Torrigiani conservata onorevole
memoria a titolo di esempio ed emulazione per i suoi figli.
3. Convento ed Ospizio
A piccola distanza dalla Basilica è il convento con medaglie
dipinti ad uso della famosa terra detta della Robbia. Contiene
questo edificio scuderie, rimesse, stalle, ed abitazioni per
comodo e servizio del Giardino, ed inoltre un elegante quatiere
ad uso d'ospizio, e per riposo di chi percorre il Giardino
prossimo: vedesi in un angolo un chiuso di reti per il pollaio.
Un finto cancello o portone ornata in pietre è fisso al muro di
confine in mezzo a folti alberi.
4. Egresso in via lungo le mura
Una piccola porta sbocca in via lungo le mura, per cui si vede
tutta la lunghezza non interrotta del Giardino. Le mura della
città sono state fatte dipingere dal Marchese Torrigiani a
bosco, acquidotti ecc. per mascherare alla visuale d'ogni
intorno del Giardino l'idea del confine colle ricche collinette
fuori della Città, che gli formano da quel lato vaghi e variati
prospetti.

5. Antenna
Sopra di un prato costeggiato da un viale sempre carozzabile ed
ombroso sorge un'alta antenna per il giuoco della Cuccagna.
6. Grotta di Merlino
Seguendo l'istessa via o prendendo il piccolo sentiero del
bosco, si vede sulla sinistra una grotta con vasca per
abbeverarvi le vaccine della cascina. Questa grotta imitando
quella di Merlino il mago descritta dall'Ariosto, induce i
curiosi a leggere una Ottava scritta nei massi, per
assoggettarli ad essere bagnati da vari getti o scherzi d'acqua,
che si fanno agire da alcuni aguati adiacenti.
7. Chiuso o capanna per i Cervi
Uno steccato racchiude una prateria con alberi e varie fonti:
ivi scherzano cervi, caprioli e gazzelle. Le stallette di questi
silvestri animali sono sormontate da una rustica capanna con
terrazza practicabile. Qui si chiude dal bosco l'anfiteatro, che
conduce all'altro ameno recinto del Giardino degli agrumi e
fiori avanti al casino padronale, e allo stanzone delle piante.

8. Giardino degli Agrumi e Fiori
Quivi una statua che rappresenta un Faunetto su di un tronco di
colonna di granite, risiede in mezzo ad un pratello avanti alle
stufe per gli ananassi e per le primizie. Fanno parallela a
queste i boschetti di cedrati, che trionfano sopra una bella
gradinata ricca di scelti fiori, ed ornata con vasi sopra
piedistalli di marmo.
Due vasche d'acqua perenne di sorgente propria del signore del
luogo formano i due centri del compartimento di questo Giardino
rinchiuso da ringhiera di ferro, ed ornata di spalliere di
agrumi e di fiori di ogni specie.
9. Giardino Botanico e Casino
Chiuso da altra ringhiera di ferro con due cancelli, e laterale
al detto casino padronale, dedicate a Linnee è il Giardino
botanico ricco delle piante più rare ed esotiche, delle quali è
stampato a parte il catalogo reperibile presso il giardiniere.
Nella grotta situata in quel recinto, con vasca destinata per le
piante acquatiche, è un bel gruppo in marmo sculto dall'immortal
Buonarroti.
Alcune gradinate di pietra ornata con vasi di marmo sono avanti
le vaste stufe destinate per gli ananassi, e parallele a queste
sono magnifiche serre a più gradi di calore, le quali comunicano
con un'altra serra adiacente annessa al casino.
10. Piccolo Gruppo in Marmo
Uscendo dal botanico si vede tra il bocco ed il prato un bel
gruppetto di marmo lavorato da greco scalpello, rappresentante
un toro abbattuto da un leone, con due iscrizioni analoghe nel
piedistalle, una latina e l'altra italiana.

11. Casetta del Giardiniere
La facciata dell'elegante casetta ove abita il giardiniere forma
prospetto al detto casino padronale.

12. Terrazza
Per una bella gradinata si sale ad una terrazza sulla via di
Boffi, da cui si domina tutta la detta via da Porta Romana fino
al di là del ponte alla Carraia, e l'opposto deliziosissimo
Giardino di Sua Eccellenza il Marchese Tommaso Corsi.
13. Giostra coperta
Per altra gradinata dirimpetto a quella della terrazza si sale
ad un ripiano, ov'è un padiglione che cuopre la giostra. Da
questa piccola eminanza formano elegante e ben composto
prospetto i detti due giardini ed il casino padronale, dietro ai
quali sorge il ridente colle di Bellosguardo, che quivi sembra
annesso sebbene fuori delle mura della città.
14. Cavallerizza, Bosco sacro, e Sepolcreto
Si passa ad una piazzetta per uso di cavallerizza con montatoio
e sedili adiacenti. Riprendendo la grande strada entro di un
folto bosco, s'incontra sulla diritta un cancello che rinchiude
un sepolcreto, cui fu prospetto una cupa grotta sopra la quale è
una statua colossale scolpita con maestria da Giovanni
Francavilla, rappresentante Saturno in atto di mietere
corrucciato colla sua falce la vita degli uomini.

L'iscrizione che si legge sull'altra contigua porta finta nel
muro di confine, scorraggisce chiunque tentasse di aprirla; ma
non lungi trovasi in un cupo recinto il tabernacolo della
Speranza, quasi per confortare chi si fosse poste a qull'inutile
inchiesta. Seguendo la detta via carrozzabile del bosco, si
giunge ad un vasto prato che ha pure il prospetto del colle di
Bellosguardo. Sulla diritta di questo si vede un recinto di
fiori dedicato a Flora, con una stufa per gl'alberi da frutto,
ed ergesi eminente nel fondo sulla diritta la magnifica torre,
15. Arcadia, Piantonaia, e Vivaio
Sulla sinistra si passa avanti all'arcadia, e ritornando dal
montatoio sulla piazzetta della cavallerizza si prende a diritta
per l'interno del bosco dal berceau o dalla gran viottola, per
passare all'altro vasto recinto chiuso per uso di piantonaia. Si
trovano in questo vivaio tutti i comodi necessari per educare e
conservare le piante opportune, sì per uso del giardino che per
il commercio.

16. Scogliera e Ruscello
Sulla viottola lungo lo steccato di questo piantonaio si sente
cadere fra massi d'una grotta il ruscello Ladone, la di cui
acqua preveniente per graziosità Sovrana dal R. Giardino di
Boboli, scorre placidamente in mezzo al bosco. Il simulacro del dio Pan attorniato
di canne risiede sulle rive di questo ruscello, in mezzo al
quale si vede dal ponte una piccola isoletta formata da scogli
che sostiene il casotto per i cigni ed altri ucelli acquatici;
da questi scogli scaturisce e mormora acqua di sorgente, che
avanza al servizio de' già detti giardini, vivaio ecc. Alcuni di
questi scogli artificiosemanete strapiombano per modo fuori del
perpendicolo che ne sembra mirabile il sosternersi.

This is Frederic Lord Leighton's fine illustration
of the god Pan amongst the reeds from the July 1860 Cornhill
Magazine:
And this is Elizabeth Barrett Browning's poem, "A
Musical Instrument" which the engraving illustrates, then
Leighton's tomb sculpture, then the Torrigiani Gardens'
sculpture:
What was he doing, the great god
Pan,
Down in the reeds
by the river?
Spreading ruin and scattering
ban,
Splashing and paddling with
hoofs of a goat,
And breaking the golden lilies
afloat
With the dragon-fly
on the river.
He tore out a reed, the great god Pan,
From the deep
cool bed of the river:
The limpid water turbidly ran,
And the broken lilies a-dying
lay,
And the dragon-fly had fled
away,
Ere he brought it
out from the river.
High on the shore sat the great god Pan
While turbidly
flowed the river;
And hacked and hewed as a
great god can,
With his hard bleak steel at
the patient reed,
Till there was not a sign of
the leaf indeed
To prove it fresh
from the river.
He cut it short, did the great god Pan,
(How tall it
stood in the river!)
Then drew the pith, like the
heart of man
Steadily from the outside
ring,
And notched the poor dry empty
thing
In holes, as he
sat by the river.
. . .
Yet half a beast is the great god Pan,
To laugh as he
sits by the river,
Making a poet out of a man:
The true gods sigh for the
cost and pain, -
For the reed which grows
nevermore again
As a reed with
the reeds in the river.
17. Uccelliera
Sulla sinistra di questo ponte in faccia ad un anfiteatro di
fiori, in mezzo a due statue di Esculapio e di Igiea, fa
elegante prospetto su di un prato una bella uccelliera con sei
colonne marmoree, di ordine dorico, scannellate, con fonte
perenne e varie piante.
Proseguendo la via per il bosco si ammira sulla diritta tutta
l'altezza della torre, scorgendone i vasti sotterranei, che
figurano essere le carceri, ma racchiudono questi invece i
lampioni per l'illuminazioni del Giardino.
18. Bastione e Porta in via lungo le Mura
Riprendendo la medesima via parallela ad un'altra in mezzo al
bosco, si arriva ad una porta che ha sopra due bombe, e che
sbocca sulla via lungo le Mura. Quinci si godano le due pareti
dell'antico bastione annesso alla torre, le quali pareti hanno
sopra troniere, fortini, e merli simili a quelli delle adiacenti
mura della città. Le idee le più severe ed imponenti denno quivi
succedere a tutte le anteriori sì vaghe ed amene. Questo
bastione fu costruito da Cosimo primo Duca di Firenze e di Siena
nel XVI secolo, come apparisce da una iscrizione in marmo
appostavi fin da quel tempo.
19. Ipogeo e Catacomba
Dietro uno de lati di questo bastione, in mezzo a cipressi e
piante lugubri è la facciata dell'Ipogeo, con analoga iscrizione
in bronzo: questo sembra scavata nell'interno del monte. E'
desso in forma di tempio aperto nella sua volta. Dirimpetto
all'ingresso, nella parete principale si vede un bel deposito di
pietra di paragone, sopra cui è il busto del Cardinale Luigi
Torrigiani, che legò parte de suoi beni all'attual Marchese
Pietro Torrigiani figlio di una di lui nipote, la Marchesa
Teresa Guadagni.
Alla sinistra, su di una porta, sotto la volta di un arco
formato di un ben scolpito fregio in marmo, è la statua giacente
della detta defunta Marchesa Teresa Guadagni. Stassi ai suoi
piedi quella del suo figlio Pietro, piangente nee'età sua
puerile in cui perdè sì degna a cara madre; ed in faccia,
racchiusa in simile arco è un'altra statua di donna appoggiata
ad un vaso. Dalla porta che è sotto quest'arco si scende alla
catacomba che racchiude sarcofagi, urne, e vasi lagrimali, e che
prende lume da una lanterna aperta nell'alto.
20. Romitorio
Per l'opaca via del folto bosco si sale sulla sinistra e per
piccoli sentieri al romitorio di S. Salvatore, così detto per la
statua che ne è sotto il portico. In questa casetta abita una
delle guardie del giardino, e da per tutto all'intorno vi si
vedono oggetti di pietà e di meditazione.
Tornati sulla via carrozzabile e giunti al bivio, si volta sulla
diritta, e si sale verso la torre.
Magico e sorprendente è il passaggio che si fa a grado a grado
da più tristi oggetti, e dal cupo del bosco che si è percorsoai
vasti e ridenti prospetti che ci si affacciano alla vista. Si
incominciano a scorgere le amene colline di Boboli e del Poggio
Imperiale, e quindi sulla sinistra si vede la villa padronale,
che elegante con ricco portico e terrazza intorno signoreggia
sul grandioso ippodromo. In faccia appare nel fondo di un prato
attorniato da spesse piante, l'arcadia che abbiamo già veduta:
l'altra collinetta di Bellosguardo chiude sulla diritta il
prospetto, e proseguendo a salire si giunge al piano su cui
trionfa la gran torre. Sull'estremità opposta di quest'area
ornata di fiori giace uno spazio destinato per un ampio
padiglione militare amovibile, con tavole e panchino
all'intorno. Nell'angolo de' due muri del bastione è una piccola
uccelliera con fonte.
21. Terrazza sull'Ippodromo e Bilancia
Scendendo sulla sinistra per stretto sentiere ombrose, si giunge
ad un ripiano con parapetto, donde si posson godere gli esercizi
e le feste solite darsi nell'ippodromo: e su questo stesso
ripiano evvi il grazioso giuoco della bilancia ossia bascule,
suscettibile anche di sei persone insieme ed ornato di un
ombrello armonico all'uso chinese.
22. Torre

Rimontando sulla detta area si passa all torre, monumento degno
del genio e dell'ardire del suo fondatore, e che ne onora pur
l'architetto signor Gaetano Baccani. Quivi era per l'avanti un
graziosa casinetto e casa colonica dell'antica famiglia de'
Medici, uno de tanti edifizi che il Torrigiani ha sacrifcato
all'elegante a variata scompartizione del suo Giardino.
Pose questa torre su fondamenta profonda oltre le braccia 14, e
su di un sotterraneo a volta di tutta l'altezza del bastione
fino al piano della porta in braccia 14, e destinato ad uso di
magazzino. Sulla medaglia della volta della stanza d'ingresso
sono in basso rilievo le armi gentilizie della famiglia
Torrigiani. Per una comoda scala in accollo con suo parapetto si
ascende alla libreria, in cui è una stufa di ferro e vari
scaffali. Da due porte si comunica alla prima galleria che gira
all'esterno su baluardi, la dimensione delle di cui mura tutte
in pietre quadrate è di braccia 7 1/2.
Altra simile medaglia col ritratto in basso rilievo del Marchese
Pietro Torrigiani è sulla volta di questa seconda stanza: ed
ambi le dette medaglie sono collocate in modo di potersi levare
per dare adito ad una sedia meccanica, con cui potere ascendere
agevolmente a tutti i ripani fino alla sommità della torre. Di
qui prosegue egualmente la scala che porta ad altra stanza
ottagona ove saranno delle macchine astronomiche: communica
questa ad altra terrazza e galleria tutt'attorno la torre.
Le feritoie delle vaste troniere, che di mano in mano si
rasentano nel lungo tratte di tutta la scala di 20 gradini,
rendono l'interno della torre ariosissimo, e somministrano
alcuni punti di vista molto interessanti.
Giunti al ripiano di questa seconda galleria, che pure gira
attorno la torre, offrendo di grado in grado un più spazioso ed
ameno orizonte della città e de suoi contorni, è assai belle lo
scorgere nell'interno tutta la rimanente altezza fino alla
sommità della lanterna, e la bella cicloide che forma la comoda
scala per cui vi si ascende. In questo ripiano sono dipinto
tutto le armi gentilizie della famiglia del Marchese Pietro
torrigiani, e della sua famiglia Guadagni, quella di sua sorella
Baronessa del Nero, di sua moglie Marchesa Santini, delle di lei
madre oriunda de' Conti Minerbetti da cui essa pure ereditò,
delle cinque famiglie nelle quali le sue figlie or sono
maritate, dell'estinta famiglia Guidacci che lasciò molta
fortuna ai Torrigiani, e vi sono pur vuoti gli due scudi per
dipingere in essi gli stemmi di quelle famiglie, con le quali
gli suoi due figli maschi saranno probabilmente per innestarsi
in matrimonio.
Più ampio è lo spazio della terza galleria, ergendosi da questa
la colonna internamente vuota per il diametro di braccia 4.
10.8, attorno a cui si monta per una comoda scala con parapetto
di ferro fino alla terrazza sulla sommità della lanterna. Da
questo punto situato in un angolo della città è facile il
prender l'esatto panormaa della bella Firenze, non meno che di
tutto il Giardino Torrigiani, delle collinette che ad ogni
intorno lo abbellono, e di tutta la ricca estensione del
Valdarnto fino oltre Pistoia. Questa terrazza è alta dal livello
dell'imbasamento della torre braccia 66, e da quello del
magazzino braccia 80, oltre le suddette braccia 14 di
fondamento, e così l'edifizio della torre può dirsi in tutto
alto braccia 94, e costruito in pietre quadrate ed a bozze
rilevate fino alla prima galleria.
Il celebre Padre Inghirami che si compiacque misurarne la
altezza col suo Teodolite e determinarne la posizione,
paragonandola con le osservazioni da lui fatte su gli
osservatori atronomici e su gli edifizi della città e luoghi
limitrofi, trovò ch'essa torre sorge nella longitudine di gradi
8° 54' 41",8, contando dal meridiano che passa per
l'osservatorio reale di Parigi, e di gradi 28° 54' 41", 9
contando da quello che passa per l'Isola del Ferro, e determinò
la sua latitudine boreale a gradi 43° 46' 6", 2.
Essa è per conseguenza 20", 6 più occidentale, e 3", 6 più
settentrionale della torre dell'osservatorio dell'I. e R. Museo
di Fisica, 48", 2 più occidentale, e 32", 6 più meridionale
della cupoletta mobile dell'osservatorio Ximeniano, 54", 7 più
occidentale e 27", 9 più meridionale del centro della gran
cupola della Metropolitana fiorentina.
Al punto dove furono istituite le osservazioni dirette ad
indagarne prossimamente l'altezza, si trovò elevata sopra il
livello del mare mediterraneo tese francesi 41, pari a braccia
fiorentine 137.
Essendo questo punto in cui il P. Inghirami prese le suddette
misure il pavimento del secondo piano superiore, a cui era
allera soltanto elevata, se si vuole adesso calcolare l'altezza
della torre intiere come è al presente, si troverà che la
sommità della lanterna essendo alta più del suddetto piano
braccia 37, sarà conseguenza nel totale
1 superiore di braccia 49 alla commità della cupoletta
dell'Osservatorio Ximeniano,
2 di braccia 32 alla sommità della torre del Museo di Fisica,
3 di braccio 3 alla sommità del campanile di Monte Oliveto,
4 inferiore di braccia 32 alla sponda del terrazzo della villa
Strozzi di Bellosguardo,
5 di braccia 98 alla sommità della torre della gran cupola del
Duomo,
6 di braccio 160 alla sommità della Torre di Gallo
7 di braccia 400 al Prato di San Francesco di Fiesole,
8 di braccia 1590 alla sommità meridionale di Monte Morello,
9 di braccia 1651, alla sommita della Falterona,
ed è alta sul livello del Mar Mediterreaneo braccia 174
23. Ponte, Fonte del Pastore, e Bosco con Giuochi
Uscendo dalla torre, e riprendendo la via carrozzabile si vede
il ponte di pietra sul ruscello Ladone, da cui fa grazioso
prospetto la scogliera col monumento del dio Pan in mezzo a
delle canne varigate, e l'isoletta col casotto per i cigni e gli
animali acquatici di varie specie che galleggiano giulivi su
quelle acque.

Sulla sinistra è la piccola fonte perenne del Pastore, la di cui
acqua è eccelente per dissertarsi. E proseguendo il vasto
cammino si entra in un ben scompartito bosco di antichi lecci,
in cui sono sparse all'ombra varie tavole, i giuochi del trucco
a terra ossia pallottolaio, quello dell'altalena ecc . . . .
24. Ippodromo e Giuochi annessi
Da questo gran viale in mezzo al bosco in faccia alla Villa
padronale del Campuccio, e dalla piazza avanti di questa or per
altre sentiere sulle sinistre, si devia e si entra sul vasto
ippodromo. Quivi per la spaziosa via che lo attornia per 1/6 di
miglio di circonferenza si possono eseguire le corse così in
cocchio come a cavallo. E per rendere queste più interessanti,
vi sono ben repartiti tra panchine e colonne con vasi quattro
ricchi montatoi, con le statue delle quattro stagioni, onde
indicarne la rispettiva situazione cardinale. Queste statue
sostengono gli anelli inerenti ai giuochi del circo, e le
antenne per saltare la barriera a varie altezze ecc. . . . In
mezzo a quest'ippodromo sarà posto su di un ricco piedistallo un
gruppo di marmo di buono scalpello assai maggiore del naturale,
che rappresenterà un Alessandro in atto di domare il suo
Bucefalo.
25. Ginnasio e suoi annessio
Sull'asse attorno all'ippodromo quasi dirimpetto alla
Villa padronale, sopra una delle antenne destinate al salto
della barriera è una banderola che indica il sentiere il quale
conduce al ginnasio. Questo è un vasto recinto largo braccia 26
5 6 rinchiuso da un cancello di ferro parallelo ad una linea per
tutta la lunghezza in braccia 154 18 10 da pilastri che
collegano delle reti di ferro. E' parallela questa linea ad un
altro muro lungo via del Campuccio, che serve d'appoggio e guida
per i giuochi del pallone, della pillotta, tiro dell'arco,
pistola, carabina ecc. . . . Sulla diritta internamente dal
cancello vi è un bell'anfiteatro di pietra per gli spettatori.
E' di faccia un graziosa tempietta sullo stile del palladio, con
portico e varie stanze per gli atleti, con magazzini per gli
utensili, con stalle, e tutto ciò che può essere loro necessario
ed utile. Fa maggiormente trionfare questo tempietto l'esser
collegato con un'antica ruina di un magnifico anfiteatro
adiacente, su di cui rettami sembra che siasi voluto di recente
ricostruire questo ginnasio modderno, diretto all'oggetto
istesso, ma relativamente ai variati usi e costumi. Agli amici e
aderenti delle famiglia Torrigiani si accorda il permesso di
profittare di sì utile stabilimento: privilegio graditissimo che
tiene la gioventù esercitata nella ginnastica, e che unicamente
si trova in questo giardino.
Quivi esistevano non è guari più di 50 case, state tutte
acquistate e demolite a quest'unico oggetto.
26. Cancello in via del Campuccio
Ritornati sull'ippodromo s'incontrano lungo via del Campuccio in
mezzo a due bei variati boschetti un gran cancello con due
casotti per le guardie, con de' trofei militari al di sopra: da
questo si può uscire qualora non si voglia passare a vedere
l'oggetto il più interessante cioè la villa padronale del
Campuccio.

27. La Villa padronale del Campuccio
Questa che ha accesso pure da via del Campuccio, e che mediante
un cavalcavia sopra la medesima comunicherà con tutti gli
annessi di stalle, scuderie, magazzini, cucine, ed abitazioni
per gente di servizio, è ornata nelle due pareti che guardano il
Giardino di un ricco ed elegante portico, con sopra una bella
terrazza praticabile. Racchiude questa Villa tutto quello che il
genio ed il gusto del Marchese Pietro Torrigiani ha potuto
riunire, per comodo e delizia della sua famiglia o de suoi
amici, e per incoraggiamento delle arti e delle manifatture. Ma
quello gli è caro superiormente a tutt'altro si è un gran Vaso
in porcellana della fabbrica del suo amico Marchese Carlo
Ginori, dipinto ed ornato tutto in paesi e fiorami dalla sua
figlia Clementina, ora Contessa de' Bertolini.
FLORIN WEBSITE
A WEBSITE
ON FLORENCE © JULIA BOLTON HOLLOWAY, AUREO ANELLO ASSOCIAZIONE,
1997-2024: ACADEMIA
BESSARION
||
MEDIEVAL: BRUNETTO
LATINO, DANTE
ALIGHIERI, SWEET NEW STYLE: BRUNETTO
LATINO, DANTE
ALIGHIERI, &
GEOFFREY CHAUCER
|| VICTORIAN:
WHITE
SILENCE:
FLORENCE'S
'ENGLISH'
CEMETERY
|| ELIZABETH
BARRETT BROWNING
|| WALTER
SAVAGE LANDOR
|| FRANCES
TROLLOPE
|| ABOLITION
OF SLAVERY
|| FLORENCE
IN SEPIA
|| CITY AND BOOK CONFERENCE
PROCEEDINGS
I, II, III,
IV,
V,
VI,
VII
, VIII, IX, X || MEDIATHECA
'FIORETTA
MAZZEI'
|| EDITRICE
AUREO ANELLO CATALOGUE
|| UMILTA
WEBSITE
|| LINGUE/LANGUAGES: ITALIANO,
ENGLISH
|| VITA
New: Opere
Brunetto Latino || Dante vivo || White Silence
See http://www.giardinotorrigiani.it/, http://www.florin.ms/landscape.html
