Il Pastore Luigi
Santini scrisse: “Fra tutte le persone celebri le cui
memorie vengono preservate in questo cimitero, egli è
certamente quello con cui Firenze e l'Italia hanno il debito
più grande. La sua tomba, restaurata per il centenario della
morte, è sulla destra, vicino all'entrata del Cimitero.
Nacque in una famiglia in esilio dalla Francia per ragioni
religiose. Vieusseux nacque a Oneglia dove la famiglia
avevano degli affari. Con l'intenzione di seguire le orme
della famiglia, viaggiò in lungo e in largo, facendosi delle
esperienze umane e pratiche preziose. Poco dopo la
Restaurazione si accasò a Firenze e lì contribuì alla
creazione di una comunità di pensiero che avrebbe fornito un
patrimonio culturale per la nuova Italia del Risorgimento.
Le menti migliori da tutte le regioni gravitavano intorno
alle sue rassegne e pubblicazioni. Uomini di temperamento e
educazione diversi impararono a rispettarsi a vicenda e
lavorare insieme per ciò che li univa. Il Palazzo
Buondelmonti in Piazza Santa Trinità era l'ambiente scelta
per il Gabinetto di Letture, il Gabinetto Vieusseux, oggi si
trova in Palazzo Strozzi. Attraeva talento e divenne
una finestra sul mondo, utile per eliminare il
provincialismo dalle menti migliori e a promuovere il
Risorgimento nazionale. Vieusseux non partecipava alla vita
sociale degli anglo-fiorentini ma limitò le sue amicizie ai
suoi compatrioti della Chiesa Evangelica Riformata e agli
italiani seriamente interessati nell'apprendimento e
alle idee. La sua vita e le sue attività sono state
pubblicizzate dappertutto. Anche se Jean Pierre Vieusseux
non fosse sepolto qui in questo cimitero è un memoriale
all'attaccamento e la dedizione alle causa di un'Italia
unita che trova il punto focale a Firenze”. B8/
ELIZABETH BARRETT BROWNING,
così appassionatamente coinvolta con il Risorgimento, si
inquietava perché il marito Robert Browning passava ore e
ore al Gabinetto Viesseux, leggendo giornali che
altrimenti il Granduca avrebbe censurati. Browning
diceva che alle donne era vietato l'ingresso, una bugia
bella e buona. Lady Blessington, Marian Wordsworth (F74),
l'Abolizionista nera e medica Sarah
Parker Remond, Feodor Dostoevsky, John Ruskin,
Robert Browning, Henri Schneider (F82),
e innumerevoli altri frequentavano il Gabinetto.
Harper's
Monthly engraving
Sarcofago.
Marmista ignoto. Sec. XIX, post 4/1863. Ambito toscano.
Sarcofago in marmo bianco scolpito con medaglione, foglie di
quercia, olivo, felce. Restaurata: Opificio delle Pietre Dure
e Palazzo Spinelli; Intervento
di pulitura, Isidoro Castellani, 2000: Daniel-Claudiu
Dumitrescu, 2011; Alberto Casciani, 2020. [M: A: 130; L: 180.8; P: 57; P.s. A: 37; L:
188.5; P: 67.] Iscrizione sepolcrale in piombo in
lettere capitali e numeri romani: / PX/ A GIAMPIETRO
VIEUSSEUX/ NATO IN ONEGLIA DI FAMIGLIA GINEVRINA/ IL XXVIIII
DI SETTEMBRE MDCCLXXVIIII/ MANCATO IN FIRENZE IL XXVIII
D'APRILE MDCCCLXIII/ GLI AMICI ED ESTIMATORI/ DEI MOLTI SUOI
MERITI VERSO LA CIVILTA' ITALIANA/ POSERO QUESTO MONUMENTO/
[Swiss Cross]/ Eglise
Evangelique-Reformée de Florence Régistre des Morts:
Jean Pierre Vieusseux, Genève, rentier, fils de Pierre
Vieusseux et de Jean Elisabeth, née Vieusseux/ Registro alfabetico delle
tumulazione nel Cimitero di Pinti: Vieusseux/ Gio:
Pietro/ Pietro/ Svizzera/ Firenze/ 28 Aprile/ 1863/ Anni 83/
828/ Belle Arti scheda, 1993-1997. Chiesa Evangelica Riformata Svizzera,
1827-present.
Permettetemi di ringraziarvi per essere qui oggi,un grazie
particolare alle organizzatrici Francesca Paoletti e Gloria
Manghetti per aver voluto ricordare i 200 anni della
fondazione del Gabinetto Scientifico Letterario Gian Pietro
Vieusseux con questa interessante iniziativa.
Ci sono vite che magari senza volerlo sono
generatrici, sono cioè capaci di far nascere attività che
rimangono nella storia. E' il caso di Gian Pietro Vieusseux
che ha dato vita a Firenze al Gabinetto Scientifico
Letterario.
Questa esperienza nasce prima di tutto da un'idea
commerciale, in una Firenze nella quale mancava un'attività di
produzione e divulgazione letteraria e scientifica che tenesse
conto della forte presenza in città di stranieri.
Possiamo pensare che nella nostra epoca, dominata
dalla tecnologia, abbia ancora valore un Gabinetto scientifico
e letterario come il Gabinetto Vieusseux ?
Certamente sì! Anzi è proprio oggi che assume grande
rilievo, in quanto ci fornisce gli strumenti per rilanciare
l’importanza della formazione, della conoscenza, dello studio
e dell’impegno e fatica nell'apprendimento. Tutti questi
elementi vengono a contrapporsi ad una società dove tutto ciò
non è più considerato un valore e dove la rete rappresenta un
paradigma di conoscenza, talvolta semplicisticamente ritenuta
a portata di mano di tutti. Tuttavia, come sappiamo bene, si
tratta di nozioni momentanee, che non arricchiscono le
profondità dell'animo umano.
Un cordiale
benvenuto a tutti e grazie, merci, danke, thank you, detto nelle
lingue di alcune nazionalità presenti al Cimitero degli Inglesi
sincero e sentito.
Al Comune di
Firenze per l’onore della presenza della Famiglia del Gonfalone,
a Luca Milani, Cosimo Ceccuti e Valdo Spini, per la
disponibilità Julia Bolton Holloway per la cura rivolta al
cimitero. A tutto il Gabinetto Vieusseux ed in particolare a
Gloria Manghetti per aver organizzato insieme a noi questa
iniziativa inserita nella calendario del 200 della Fondazione
del Gabinetto. Senza dimenticare il prezioso lavoro di pulitura
e restauro di Paola Rosa e Alberto Casciani anche grazie al
contributo del Fondo di Beneficienza Intesa S. Paolo
Sono il
presidente della Chiesa Evangelica Riformata Svizzera di
Firenze proprietaria di questo luogo particolare multiculturale,
multinazionale, ricco di storia, luogo di riflessione, incontro,
emozione, arte e poesia da sempre portavoce di valori tuttora
attuali quali l’ecumenismo, l’accoglienza e l’integrazione:
infatti ha accolto e tutt’ora accoglie i defunti di tutte le
confessione ed i non credenti. E sono proprio l’accoglienza
delle spoglie di e l’integrazione in un contesto internazionale
quale era Firenze all’epoca grazie alle raccolte del Gabinetto
che ci legano a Gianpietro Vieusseux.
Ricordo che il
cimitero fu fondato nel 1827 dalla nostra Chiesa grazie alla
concessione del GRANDUCA LEOPOLDO II DI LORENA quando i non
cattolici non venivano accettati nei cimiteri della citta’ ed il
luogo piu’ vicino per dare sepoltura ai protestanti presenti a
FIRENZE era LIVORNO. Venne poi chiuso per i lavori dell’arch.
Poggi in occasione del trasferimento della capitale del Regno a
Firenze e venne aperto il Cimitero degli Allori. Rivolgo l’
invito a voler visitare entrambi ed a scoprire personaggi ivi
sepolti oltre a partecipare alle iniziative al fine di
valorizzarli e farli conoscere a livello nazionale ed
internazionale e rivalutarli dal punto di vista storico
culturale poiché rappresentano un importante periodo della
Firenze cosmopolita !
In programma ci
sono le aperture di entrambi domenica 27 settembre in occasione
di Corri la Vita, domenica 4 ottobre con l’Associazione Dimore
Storiche Italiane e l’8 ottobre agli Allori il concerto
dell’Ensemble mit Vier.
Buonasera e
grazie a tutti gli amici qui presenti, che hanno voluto essere
con noi per rendere omaggio a Giovan Pietro Vieusseux e un
grazie sincero al Presidente del Consiglio comunale, Luca
Milani, che ha portato il saluto del Comune presente anche con
il suo Gonfalone a sottolineare quanto il mercante ginevrino
che scelse di farsi cittadino di Firenze per fondarvi nel 1820
il prestigioso Gabinetto Scientifico Letterario sia figura
cara alla nostra città.
E nell’anno del bicentenario dell’Istituto, che abbiamo aperto
lo scorso 25 gennaio con la bella mostra curata da Laura
Desideri, Il Vieusseux dei Vieusseux, in palazzo Corsini
Suarez, ci sembrava doveroso venire a portare un saluto alla
tomba di chi decise 200 anni fa di fondare quello che sarebbe
divenuto il suo «stabilimento». Perché, come si legge sulla
lapide apposta su palazzo Buondelmonti, Giovan Pietro è stato
per quarant’anni «benemerito della civiltà Italiana». In più
occasioni e in modi diversi sono state sottolineate le doti di
Vieusseux, ma sicuramente il monumento erettogli nel cimitero
di Porta a' Pinti dagli amici risorgimentali e dagli
estimatori «dei molti suoi meriti verso la civiltà italiana»
costituisce senza alcun dubbio un attestato solenne, unico
direi, anche per la sua storia.
Il bellissimo monumento, che oggi possiamo ammirare ripulito
in tutto il suo splendore, fu infatti realizzato grazie a 390
sottoscrizioni volontarie da parte dei tanti estimatori
dell’ex négociant che avevano potuto conoscere anche il tratto
umano del padre fondatore del Gabinetto Vieusseux che lo ha
fatto amare con venerazione da quanti ebbero la fortuna di
conoscerlo personalmente e la cui memoria noi cerchiamo giorno
dopo giorno di tenere viva ben consapevoli dei nostri limiti e
del tempo diverso in cui siamo chiamati a vivere.
Per questo sono molto grata alla Presidente della Chiesa
Evangelica, Francesca Paoletti, per averci dato questa
rinnovata opportunità di rendere omaggio a Vieusseux nel
cimitero svizzero detto degli Inglesi, un luogo denso di
memorie, dove i confini tra vita e morte si rarefanno
permettendoci di attraversare esperienze irripetibili. E
questo nonostante le molte difficoltà del momento. E per
questo un grazie sincero va infine a Suor Julia Bolton
Holloway con cui il Gabinetto Vieusseux collabora fin da tempi
in cui il compianto Maurizio Bossi volle dedicare insieme al
Consolato Svizzero di Firenze un’attenzione particolare all’Isola
delle anime come titolava la mostra con fotografie di
Derno Ricci e testi di Fosco Maraini. A lei siamo tutti
debitori per il suo competente vigilare su questo luogo ma
anche per continuare a tenerlo vivo con i suoi studi.
E ora finalmente possiamo passare la parola a Cosimo Ceccuti
(presidente del Comitato nazionale per il bicentenario del
Gabinetto Vieusseux), a Valdo Spini (presidente
dell’Associazione Istituzioni Culturali Italiane e consigliere
del Gabinetto Vieusseux) e a Julia Bolton Holloway per i loro
interventi, ringraziandoli per la loro generosa disponibilità.
Mentre mi accingevo a recarmi al Cimitero degli
Inglesi dove riposa Giovan Pietro Vieusseux mi sono chiesto
quale sia il debito di gratitudine che noi fiorentini e non
solo abbiamo nei suoi confronti. Credo si possa riassumere,
per il breve tempo a disposizione, in pochi, basilari punti
fondamentali.
La scelta di Firenze, fra le numerose città europee visitate,
per stabilirvisi in via definitiva ed intraprendere la propria
geniale attività. Intendo l’esistenza nella nostra città delle
potenzialità che andava cercando: una certa tolleranza da
parte delle autorità, la sensibilità culturale delle famiglie
aristocratiche, la presenza di nutrite colonie di stranieri.
Rende Firenze una città europea con le sue iniziative,
dall’apertura del Gabinetto Scientifico Letterario alla
Biblioteca Circolante, dalla pubblicazione dell’Antologia
e delle altre riviste alla realizzazione del centro di cultura
rappresentato da Palazzo Buondelmonti, luogo di confronto
delle idee relative all’avanzamento scientifico e letterario.
La mentalità di un moderno imprenditore di cultura: si pagano
gli autori, si tutela la proprietà letteraria, si realizza un
profitto. Perché l’ex commerciante di panni non ha scelto
Firenze per fare il mecenate o il puro benefattore, ma per
investire denaro e trarne ricavo.
L’impegno nel clima delle nazionalità, italiana, greca e degli
altri Paesi europei. Non è un caso che al mondo del Vieusseux
siano legati i nomi di Foscolo e Leopardi, Tommaseo e Mazzini…
L’apertura al progresso, non solo scientifico (si pensi ai
Congressi degli Scienziati e alle tante pagine dedicate alla
medicina e alle altre scienze nell’Antologia), ma anche
sociale: il sostegno al risparmio, al miglioramento delle
classi meno abbienti attraverso il lavoro e il pur modesto
accumulo di parte dei proventi del medesimo.
Il polo di attrazione rappresentato da Firenze, dove, con il
suo aiuto, hanno operato alcuni fra i più grandi editori
dell’Ottocento, da Felice Le Monnier a Gaspero Barbèra.
Per quanto si è detto, e per molto altro ancora, dobbiamo a
Vieusseux una Firenze – come al tempo dell’Umanesimo e del
Rinascimento – davvero capitale europea della cultura.
L’intellettuale di origini ginevrine fondò nel 1819 il celebre
“gabinetto letterario” e fu una delle personalità che tennero
saldo il legame fra l’Italia che nasceva e il mondo protestante
Si celebra, con qualche ritardo dovuto al Covid-19, il
bicentenario della fondazione del Gabinetto Scientifico
Letterario da parte di Giovan Pietro Vieusseux in quell’anno,
1819, stabilitosi a Firenze. Questi fu veramente capace di una
grande impresa culturale. Partendo da quella che oggi
chiameremmo forse una “emeroteca” e una biblioteca di carattere
europeo, Vieusseux riuscì a costruirvi intorno un cenacolo di
letterati e di uomini di cultura. Tutti i grandi scrittori del
suo tempo vi passarono, da Giacomo Leopardi ad Alessandro
Manzoni.
Giovan Pietro Vieusseux credeva nell’Italia e nel suo
Risorgimento. Per questo il governo granducale gli chiuse nel
1833 la sua rivista, l’Antologia, che stava su questa linea,
dopo un articolo che ritenne particolarmente sgradito, di Nicolò
Tommaseo, il letterato dalmata cui si deve tra l’altro uno dei
migliori vocabolari italiani del tempo.
Nato a Oneglia nel 1769, ma di famiglia ginevrina, Vieusseux ha
un posto molto importante nella storia di Firenze e della
Toscana stimolandone culturalmente la partecipazione al processo
dell’unità italiana. Molto spesso non si ha piena coscienza di
quello che ha voluto dire negli avvenimenti del 1959-1961 il
fatto che la Toscana di Bettino Ricasoli avesse cacciato il
Granduca Leopoldo II e si fosse mantenuta autonoma e disponibile
per la creazione del Regno d’Italia anche dopo l’armistizio di
Villafranca, quando il capolavoro diplomatico cavouriano
sembrava messo in questione dall’accordo stipulato da Napoleone
III con l’Impero asburgico, in cui la Toscana addirittura
avrebbe dovuto essere riassegnata al Granduca di Lorena.
Vieusseux è stato una personalità di quella Firenze e di quella
Toscana che ebbero allora questo importante ruolo nazionale.
Nell’ambito del bicentenario, il 24 settembre si svolge
un’iniziativa molto importante e significativa. Essa è
organizzata (insieme al Gabinetto Vieusseux) dalla Chiesa
Riformata svizzera di Firenze di cui Vieusseux è stato membro
fino alla sua morte avvenuta nel 1863. Anzi si svolge nel luogo
della sua sepoltura nel cimitero protestante cosiddetto “degli
Inglesi”, per la nazionalità prevalente dei defunti, ma in
realtà della Chiesa Riformata svizzera, situato in piazzale
Donatello, un tempo addossato alle mura della città e ora “isola
dei morti” (così la definì il pittore Arnold Böcklin,
all’interno dei viali di circonvallazione. In altre parole, con
questa iniziativa si intende ricordare la fede protestante del
Vieusseux, componente molto significativa della sua personalità
Non è di buon gusto in genere, citarsi tra parenti. Ma sul
rapporto tra Risorgimento e protestanti non posso fare a meno di
citare Giorgio Spini che all’argomento ha dedicato un libro più
volte riedito, in ultimo dalla Claudiana1. Ma è necessario
farlo, perché è stato proprio Giorgio Spini a sottolineare che
ci sono stati in quel periodo tre ginevrini che hanno creduto al
Risorgimento italiano e hanno stimolato gli italiani a crederci,
con i loro libri e con le loro iniziative culturali .Si tratta
di Madame de Staël, l’animatrice del cenacolo del castello di
Coppet, della figlia del ministro delle Finanze Necker, con il
sui libro Corinne ou l’Italie di Sismonde de Sismondi
(stabilitosi a Pescia) con la sua Histoire des Républiques
Italiennes du Moyen Age e, appunto, di Giovan Pietro Vieusseux
con le sue numerose e importanti iniziative in campo culturale,
dal già ricordato Gabinetto Scientifico letterario, alla rivista
Antologia che, rappresentò un ‘efficace incubatrice delle idee
del Risorgimento italiano oltre ad altre importanti riviste come
l’Archivio storico italiano e Il giornale agrario2.
Vieusseux in particolare con le sue iniziative veniva a
sottolineare l’autonomia, l’unitarietà e la forza della cultura
di un’Italia divisa in tanti stati e staterelli e nel contempo a
collocarla non in un contesto nazionalistico o provinciale, (la
“Firenzina” granducale) ma nel contesto delle più moderne
correnti culturali e scientifiche dell’epoca. Il Risorgimento
italiano veniva visto in chiave liberale e liberale era il
Vieusseux, che collaborava ampiamente e strettamente con
personaggi come Gino Capponi e Raffaello Lambruschini o con lo
stesso cattolicissimo Niccolò Tommaseo, rifiutando da un lato il
fanatismo confessionale e dall’altro mantenendo il legame con la
sua fede riformata.
La figura di Giovan Pietro Vieusseux nella sua rivisitazione
consente di ripercorrere questo rapporto tra Risorgimento e
protestanti, che è poi anche un legame culturale di simpatia
verso la causa italiana che percorre le principali potenze
protestanti europee e che quindi ha influenzato, più di quanto
non sembri, il nostro processo di unità nazionale.
1. G. Spini, Risorgimento e protestanti, Torino,
Claudiana 1998. 2. Cfr. V Spini, Attualità di un testo,
in G. Spini, Risorgimento Italiano, a cura di M. I.
Germontani e V. Spini, pp. 30-39, Edizioni SiZ, Campagnola di
Zevio (Verona) 2011.
IL GABINETTO VIEUSSEUX E IL
CIMITERO 'DEGLI INGLESI'
JULIA BOLTON HOLLOWAY
https://www.youtube.com/watch?v=pBWVsWqoJXY&t=1645s
inizia a circa 30.20, dal quale mancano i
primi tre paragrafi sul progetto dell'Aureo
Anello Associazione con fondi della Fondazione
Cassa di Risparmio di Firenze e della Banca
Intesa per l'Inclusione Rom lavorativo e
educativo con questo evento per la
presentazione dell'opuscolo sugli svizzeri nel
Cimitero e il DVD, 'Bianco silenzio', il libro
sul Cimitero.
Le offerte per questo opuscolo, Il Cimitero Evangelico
Svizzero a Firenze, sono destinate al restauro e pulitura
della tomba di Paul Vieusseux (C101),
fratello di Giampietro, la cui tomba e già pulita da
Alberto Casciani. Da questo opuscolo pubblicato con
l’aiuto della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze e
della Banca Intesa SanPaolo, possiamo vedere quali sono le
sepolture Svizzere nel cimitero. Quando il DVD allegato, Bianco
Silenzio, copre tutte le sepolture internazionali,
includendo le fotografie a colori di ciascun sepolcro con
immagini in miniatura che possono essere ingrandite a
grandezza naturale. Una storia scritta in marmo
sull’Italia, la Svizzera, la Gran Bretagna, l’Europa,
l’intero globo, con le informazioni giunte a noi dai
discendenti in Brasile e Australia, Nuova Zelanda e Stati
Uniti, e altrove.
Opuscolo sugli svizzeri nel Cimitero Evangelico
DVD su tutti i seppellimenti nel Cimitero
Ho molto amato avere l’aiuto dei Rom dalla Romania, allo
stesso tempo aiutando loro uscire dell’analfabetismo, dei
secoli di schiavitù, dell’olocausto, e di una povertà
molto come quella degli svizzeri nell’Ottocento venuti qui
dalla Grigione. Assieme lavoriamo con il restauro di
questo cimitero al stesso tempo che faccio la ricerca su
questo luogo famoso in tutto il mondo che ora è di nuovo
molto bello nel nostro progetto chiamato ‘Dalle tombe alle
culle’. Sono loro che hanno pulito le tombe e piantato i
giaggioli, il giglio fiorentino di questo splendido
Gonfalone della Giustizia.
E anche vorrei ringraziare il Gabinetto Vieusseux per il
terzo convengo internazionale, la Città e il Libro,
sull‘”Eloquenza silenziosa: Voci del ricordo incise nel
Cimitero ‘degli inglesi’”, organizzato nel 2004 da
Maurizio Bossi, con gli Atti pubblicati su nostro Website,
http://www.florin.ms/gimela.html.
In particolare vi invitiamo di essere soci della nostra
Aureo Anello Associazione culturale e sociale e della sua
Mediatheca ‘Fioretta Mazzei’, un nuovo “Gabinetto
Vieusseux”, essendo amici del Cimitero degli ‘inglesi’, ma
svizzero. I Film che abbiamo proiettato, Per Firenze,
e Un Te con Mussolini, del Maestro Zeffirelli, e
al prossimo, Babette’s Feast, di Isak Dinesen.
È proprio in Svizzera che la mia esistenza è iniziata, a
Ginevra nel 1936, dove i miei genitori erano entrambi
scrittori alla sfortunata Lega delle Nazioni, sebbene io
sia nata nella Devonshire Place di Elizabeth Barrett
Browning (B8),
Marylebone, a Londra. Ed è qui dove finirò i miei giorni,
le ceneri poste in questo Cimitero Svizzero accanto alle
ossa dell’Evangelica Giulia Guicciardini (F34)
Mi dispiace dire che Robert Browning ha mentito a
Elizabeth dicendo che il Gabinetto Vieusseux era chiuso
alle donne. In fatti il Gabinetto era molto aperto a loro
e troviamo i nomi delle principesse russe. di Lady
Blessington, della nuora di William Wordsworth, Marian (F74),
e di Sarah
Parker Remond, nera da Concord, Massachusetts, che
nel 1866-68 ha studiato per essere dottore in medicina
all’Ospedale di Santa Maria Nuova sulla raccomandazione di
Giuseppe Mazzini.
Mi piace dire che Elizabeth Barrett Browning fece
battezzare suo figlio Pen Browning (sepolto al Cimitero
‘Agli Allori lontana dalla madre) dal pastore Moise Droin
nella Chiesa Evangelica Riformata Svizzera. Ora con Rita
Severi, professoressa all’Università di Verona,
pubblicheremo le poesie di Elizabeth Barrett Browning
tradotte in italiano sul titolo, ‘Oh Bella Libertà’ con Le
Lettere.
Gli archivi tenuti dagli Svizzeri sono meticolosi, scritti
in bella calligrafia in francese su eccellente carta di
stracci, ed elencano il Cantone di provenienza, la
maggioranza dal Canton di Grigione con la lingua Rumantsc,
la professione, e persino il nome da ragazza della madre
dei defunti, per cui è possibile indagare la genealogia
femminile.
Ma alcuni importanti nomi Svizzeri non sono incisi al
cancello. Tra questi il nome di Henri Schneider (F82),
l’educatore che lavorò con Johann Heinrich Pestalozzi in
Svizzera e con l’Abate Raffaele Lambruschini in Toscana,
pubblicando le sue osservazioni con il Gabinetto Vieusseux
nella sua Antologia.
Un altro nome è quello di Jacques Augustin Galiffe (D47)
che sposò Amalie, figlia di Charles Pictet (D47C),
da cui ebbe origine la neutralità Svizzera. Galiffe studiò
le genealogie ginevrine, e fu anche intimo amico di
Sismondo de Sismondi e di Madame de Staël.
Questo ci riporta nuovamente a Elizabeth Barrett Browning
(B8),
il cui grande poema epico in nove libri, Aurora Leigh,
trae ispirazione dalla preveggente opera sul Risorgimento
di Madame de Staël, Corinne ou Italie.
Elizabeth aveva già scritto il documentario sul
Risorgimento nel Casa Guidi Windows, Le finestre di
Casa Guidi.
Mancano anche quelli di Solomon Counis (D13)
e della sua figlia Louise (D12B),
i due pittori svizzeri alla corte della famiglia di
Napoleone.
Tra molte altre tombe svizzere, è andata,
purtroppo, perduta quella di Maria Anna Boecklin, di
appena sette mesi, la cui morte ha ispirato il famoso
dipinto di suo padre, Arnold Boecklin, “L’Isola dei
morti”, e la musica di Sergei
Rachmaninoff per questo. Neanche il suo nome sul
cancello. Ma tanti turisti tedeschi e svizzeri arrivano
cercando lei.
Abbiamo qui a Firenze un non grande cimitero che è
assolutamente ricco di storia, esempio della vera
Giustizia, con schiavi e servi sepolti accanto a figli di
re, cugini di regine, di nobili e non, tutti assieme. La
morte, se stessa, democratica in questo luogo di cultura,
di poeti e scultori, scrittori e artisti, donne, uomini e
bambini, schiavi e liberi. Per l’accoglienza a Firenze
agli altri in questo campo santo ringraziamo gli Svizzeri.
E ringraziamo Firenze per questa cerimonia in onore di
Giampietro Vieusseux.
IL RESTAURO
DEL MONUMENTO FUNEBRE DI GIAMPIETRO VIEUSSEUX
NEL CIMITERO SVIZZERO, DETTO 'DEGLI INGLESI' A
FIRENZE